mercoledì 27 maggio 2020

L'aeronautica - STEP #13

Il desiderio di volare accompagna l’uomo da sempre: lo si può già osservare, per esempio, nel mito greco di Dedalo ed Icaro, rispettivamente padre e figlio. Dedalo era un grande scultore, architetto ed inventore a cui Minosse commissionò la costruzione del labirinto per rinchiudere il Minotauro. Vi sono due versioni di questa storia: secondo la prima, Dedalo costruì delle ali con le piume degli uccelli e la cera per se stesso ed Icaro con lo scopo di fuggire dal labirinto in cui erano stati rinchiusi dal re di Creta per aver aiutato Arianna e Teseo ad uccidere il Minotauro e ad uscire dal luogo di prigionia, grazie al consiglio del filo; secondo l’altra versione, ovvero quella presente nelle Metamorfosi di Ovidio, l’inventore creò quel metodo di fuga solamente per crescere il figlio in un luogo lontano da Creta, da cui non poteva allontanarsi per volere del re.
Dedalo riuscì a completare la sua invenzione e di conseguenza a fuggire con il figlio a cui raccomandò più volte di non volare troppo in basso per evitare che la salsedine e l’umidità del mare lo trascinassero in acqua e, allo stesso tempo, di non spingersi troppo in alto perché il sole l’avrebbe bruciato e avrebbe sciolto la cera. Tuttavia, il ragazzo, colmo di eccitazione e di felicità alla vista delle meraviglie dei mari e delle terre, si spinse troppo in alto dove i raggi del sole provocarono quello che aveva previsto il padre: così Icaro precipitò e morì.
Il mito presenta diversi spunti di riflessione: da una parte vi è un padre che per provare ad assicurare un futuro migliore al figlio mette a rischio la proprio vita e quella del suo amato erede, dall’altra vengono evidenziati i limiti dell’uomo imposti dalla natura, che egli non deve oltrepassare ma deve, invece, cercare un equilibrio nella propria vita, ovvero non scendere troppo in basso e, allo stesso tempo, non volare troppo in alto.

La conseguenza del sogno innato di volare è stata l’immaginazione e la progettazione di “macchine volanti”: il matematico e filosofo Archita da Taranto, vissuto quattro secoli prima di Cristo, è considerato il primo costruttore di un oggetto alato in grado di effettuare brevi voli.
Il primo tentativo di volo meccanico, invece, è stato eseguito da Abbas ibn Firnas, che lanciò una sorta di ornitottero dal Monte della sposa vicino Cordova, in Spagna nell'875 d.C. Successivamente Ruggero Bacone, filosofo e scienziato del 1260, iniziò a riflettere sui mezzi tecnologici per il volo e i suoi pensieri iniziarono ad avere una realizzazione concreta nel Rinascimento, con Leonardo da Vinci che affrontò il desiderio umano di spiccare il volo mediante un solido criterio scientifico. Egli studiò l’anatomia umana e il movimento (in particolare il volo degli uccelli e degli insetti) e capì che gli umani non sono in grado di sfruttare semplici ali attaccate alle braccia sia per il peso troppo elevato del corpo sia per la forza che non è sufficiente. Per questo motivo progettò l’ornitottero, un mezzo in cui l'aviatore è disteso su una tavola e manovra due grandi ali usando dei pedali e delle leve.


Appunti e schizzi di Leonardo






“Chi ha provato il volo camminerà guardando il cielo, perché là è stato e là vuole tornare.” 
- Leonardo da Vinci







Questo progetto venne ripreso moltissime volte nel corso della storia, per esempio da Gustave Trouvé, a cui si deve il primo modello in grado di volare o da Lawrence Hargrave che costruì diversi ornitotteri mossi da vapore o aria compressa; ancora oggi gli studi continuano e nel 2010, Todd Reichert, dottorando all'Università di Toronto, è riuscito addirittura nell’impresa di volare a bordo di un ornitottero per 19,3 secondi coprendo 145,3 metri alla velocità di 25,6 km/h, utilizzando la sola forza dei muscoli delle sue gambe per far battere le ali.

Tornando nuovamente indietro nel passato, è sicuramente degna di nota l’invenzione del primo aeromobile, in grado di portare un essere umano in cielo, da parte dei fratelli Joseph-Michel Montgolfier e Jacques-Étienne Montgolfier nel XVIII secolo. L’intuizione per la loro creazione provenne probabilmente dall’osservazione casuale di panni posti ad asciugare che, per effetto del fuoco, si sollevavano verso l'alto.
La prima dimostrazione pubblica del funzionamento della cosiddetta mongolfiera fu il 5 giugno del 1783 ad Annonay: il volo coprì circa 2 km, durò 10 minuti e raggiunse l'altitudine stimata di 1.600-2.000 metri. Oltre alla popolarità dei fratelli, crebbero di pari passo moltissimi dubbi sui possibili effetti di un volo in alta quota sugli esseri viventi. Per questo motivo, probabilmente, re Luigi XVI emanò un bando attraverso cui proibiva qualsiasi volo compiuto da persone; di conseguenza, il 19 settembre del 1783 l'"Aerostate Révellion" venne fatto volare con a bordo una pecora, un'oca ed un gallo, i quali completarono il volo indenni.

Presentazione della mongolfiera a Versailles




Il primo volo eseguito da uomini su un aerostato ad aria calda (intitolato alla regina Maria Antonietta) avvenne il 21 novembre del 1783 ed esso creò stupore e aumentò a dismisura la fama dell’invenzione dei fratelli Montgolfier.
Grande successo ebbe anche l’ode che Vincenzo Monti, esponente per antonomasia del Neoclassicismo italiano, dedicò all’impresa dei due inventori, paragonandola a quella mitica degli Argonauti (Ode al Signor di Montgolfier).







Tuttavia, se si parla di fratelli inventori i più famosi sono probabilmente i WrightWilbur e Orville, alla cui invenzione è stata accreditata la nascita dell’aeronautica moderna.



Da allora i veicoli aerei hanno continuato ad evolversi di pari passo con la scienza, fino a diventare, purtroppo, anche armi belliche.




(i link a riferimenti e/o approfondimenti sono presenti all'interno del testo)

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