domenica 14 giugno 2020

Dialogo - STEP#25


Le ali della creatività: librarsi in aria è possibile?
[Mangaka (M), Assistente (A), Editor (E)]

M: Dobbiamo trovare qualcosa di originale, voglio creare un manga innovativo, mai visto prima
E: Non è possibile, non soffermarti troppo su questo…
M: Perché? La creatività potenzialmente non ha limiti, desidero farle spiccare il volo finalmente, ho già aspettato troppo…
E: Intendevo dire che ogni cosa che deciderai di fare sarà dettata da un’ispirazione inconscia, che tu lo voglia o no, e inoltre, prendere spunto dai grandi maestri, sia per le loro grandi opere, sia per le vendite, credo sia una ottima idea
M: Certo, mi ispiro a loro da sempre: Tezuka, Urasawa, Toriyama, Inoue….  Ma non devo vacillare e cadere nella copiatura
E: Lo so, non sto insinuando che tu debba copiare ma ricorda gli studi di Aby Warburg: aveva cercato le analogie nell’arte, era convinto della presenza di invarianti nella memoria, di un precedente in ogni opera che influenza gli artisti successivi, spesso indipendentemente dalla loro volontà
M: Si, forse hai ragione: passato, che parola sciocca!
E: Ecco, visto che hai già involontariamente detto qualcosa che è già stato scritto?
M: No, è un pensiero semplice, che potrebbe affermare chiunque, tipo il mio assistente, vero?
A: Si ma non vorrei essere messo in mezzo al vostro discorso, ho idee lontane dalle vostre…
M: E quindi?  Ciò non vuol dire che tu debba tenerle per te, ogni opinione è importante, anche per sviluppare un pensiero critico, ti sei già dimenticato la “filosofia del vero” di Leopardi che hai studiato durante il tuo soggiorno in Italia?
A: No, maestro, ma sono solo un’apprendista….
E: Infatti, lascialo stare e pensa al fatto che la frase sul passato, che hai detto poco fa, l’ha scritta Goethe nel dramma Faust, il quale hai letto l’anno scorso e che quindi ho ragione ad affidarmi agli studi di Warburg; perciò mettiti al lavoro senza creare molti problemi…
M: Sulla frase devo darti ragione, mi è proprio uscita involontariamente, ma per me il pensiero del ragazzo conta, non ci sono differenze fra noi, le nostre idee valgono quanto le sue, anche se completamente opposte… Pensa al cinese a cui ha fatto riferimento la nostra lingua, per esempio, costituito da parole che legano concetti antitetici 
E: Ti ricordo che io prima di pensare alle idee degli altri, devo anche pensare al fattore economico, ai clienti; il tuo assistente potrebbe anche essere geniale ma se il suo contributo non ti aiuterà ad attirare il pubblico, la pubblicazione della vostra opera potrebbe durare ben poco
M: Io prima di tutto penso alla mia creatività, a ciò che voglio trasmettere, non mi interessano le vendite ora…
E: Da intellettuale e artista vuoi diffondere le tue idee e riflessioni, lo posso capire, ma il cliente ha sempre ragione, il tuo destino da mangaka è nelle loro mani, ancor prima che nelle tue
M: Imparerò dai miei errori: anche da essi può nascere un pensiero alternativo, una storia
E: L’arte di inventare comprende fantasia e logica e nel tuo caso devi tener conto anche delle logiche di mercato, il discorso è chiuso; la spada di Damocle non pende solo sulla tua testa: dal tuo successo dipenderà anche il mio
M: Se fossi in te lascerei le profezie alla religione o ai maghi: per conoscere la società non puoi ridurre tutto al lato economico, c’è molto altro
E: Sono consapevole della soggettività delle mie teorie e che potremo avere fasi ascendenti e discendenti, caratteristiche del mondo capitalista, ma iniziare in un certo modo, deviando l’opera leggermente in prospettiva dei gusti della popolazione, sarebbe decisamente meglio
A: Io e il Maestro, stiamo cercando di avere una visione d’insieme, non possiamo partire da un certo tipo di prodotto per poi virare completamente, né possiamo fare il contrario lasciandoci dominare dal caso
E: Vi ricordo che la mia teoria è quella che maggiormente si adegua al passato, alle opere che hanno avuto successo e a quelle che hanno fallito, nonostante le enormi potenzialità; non mi sto affidando a previsioni insensate, ma ai fatti
M: Non mi lascio influenzare dalla tua specie di determinismo, tanto il passato vive solo se lo risveglio all’interno della mia mente e per ora preferisco usarla solamente per l’impegno e la creazione del mio futuro
E: Mi sembra proprio che vogliate giocare con il caso… Vi devo ricordare la fine della storia risalente all’antica Grecia sulle tre ragazze che giocavano a dadi, per vedere chi sarebbe morta per prima? Colei che uscì, rise sprezzante del destino che il caso le aveva assegnato, e per questo fu punita: il crollo del tetto fece avverare la previsione
M: Alla tua storiella preferisco il pensiero di Einstein: come lui, credo che Dio non giochi ai dadi, perché è ingegnoso ma non disonesto
E: Quindi il tuo pensiero si può riassumere in una sorta di “vedere per credere”, ma io mi affido alle statistiche, fa parte del mio lavoro
M: La storia non è maestra di vita, le tue care previsioni non sono assolute…
E: La tecnica però è progredita eccome grazie alla storia, quindi cercate almeno di disegnare ad un livello superiore dei concorrenti
M: Il mio lavoro sarà il prodotto del mio impegno e di ciò che sono ma, sicuramente non mi metterò al servizio degli ingranaggi della tecnica, il mio lato artistico è importante quanto le tematiche affrontate
E: Non volevo trasmettere il messaggio che la tecnica debba essere il fine, sono consapevole che debba rimanere un mezzo ma, le tue idee dovranno essere comprensibili al pubblico
M: Le traghetterò in base al mio messaggio ma finché non mi lascerai mettere le mani in pasta, non saprò veramente fin dove posso spingermi. E ricorda che un’opera non deve essere per forza di facile comprensione, deve mettere in moto l’immaginazione, i ricordi e l’ingegno di chi ne usufruisce
E: Il rapporto psicologico con i tuoi lettori sicuramente non dipende da me, ma deve tener conto anche di altri fattori, lo sai
M: Cosa stai dicendo?
E: La politica e i media possono far estinguere la tua opera in poco tempo…
M: Ricordi il discorso di prima sull’ispirazione? Ecco, io mi ispiro a coloro che hanno saputo creare una rottura all’interno del pensiero di massa, che non hanno avuto timore di esprimere le proprie idee: in poche parole, mi sto riferendo a coloro che hanno iniziato un cambiamento o un miglioramento della vita delle persone, anche nelle piccole cose, come rendere una giornata meno pesante o far dimenticare i problemi in quelle ore dedicate a leggere il mio manga.  Voglio impressionare e, allo stesso tempo, emozionarmi insieme ai lettori, trasmettere ciò che sono, così nessuno avrà più paura di mostrarsi per com’è realmente. Non è possibile che al giorno d’oggi ci siano ancora limiti alle libertà individuali, pregiudizi, censura, dov’è il progresso illimitato di cui parlavano?
E: Siamo tutti consapevoli di come funziona il mondo e, purtroppo, nel mio lavoro spesso devo limitarmi a tenere conto del principale fattore che tira i fili della società, riducendola a semplice burattino
A: Ah, i soldi…

sabato 13 giugno 2020

Sintesi finale - STEP#24


Se pensiamo all’aria, nella nostra mente, appaiono un’infinità di significati e legami, a partire da quelli più comuni: il rumore del vento che scuote le foglie degli alberi o il cielo e gli aerei che lo solcano.

Fin dall’antichità l’aria, essendo uno degli elementi naturali, è stata la protagonista di molti pensieri filosofici, a partire da quelli più primitivi, seguiti da quelli incentrati sull’individuazione di un’archè o quelli di Platone e del suo allievo Aristotele, legati alla geometria e al cosmo, fino alle riflessioni più recenti collegate all’inquinamento o alla psicanalisi.

L’importanza dell’aria si può osservare anche nella mitologia e, in particolare, nella sua personificazione più famosa: Eolo, re dei venti.

In ambito letterario, inoltre, il termine è stato ampliamente utilizzato da scrittori e poeti che, mediante esso, hanno creato immaginari inediti, trasmesso emozioni e rappresentato stati d’animo e pensieri, conferendo all’aria tratti sia positivi, come invocatrice della memoria e portatrice di progresso o felicità, sia negativi, come simbolo del trascorrere inesorabile del tempo o contenitore di smog.

La protagonista del blog ha avuto uno sviluppo anche in ambito artistico: a partire da Leonardo da Vinci che ha teorizzato la prospettiva aerea, fino, per esempio, agli Impressionisti che davano importanza primaria alla natura e agli effetti della luce su di essa, il cielo è stato uno degli elementi scenografici più importanti, attraverso cui irradiare luce nel dipinto o dare profondità alla scena. Un’altra corrente degna di nota è quella del Cubismo, a cui appartiene la celebre opera “Guernica”, in cui Picasso, per rendere la scena ancora più drammatica, ha rappresentato teste e braccia che si allungano verso il cielo, in un gesto di disperazione o imprecazione verso il nemico proveniente dall’alto.

In ambito artistico, non si può non citare la presenza del termine anche nel settore pubblicitario, fondamentale nella società contemporanea, o nella cinematografia e, in particolare, nelle opere dello Studio Ghibli, a cui sono particolarmente legato: “Si alza il vento”, “Laputa - Castello nel cielo” e “Porco Rosso” sono solo alcuni dei capolavori in cui il maestro Hayao Miyazaki fonde il suo amore per la natura con tematiche di estrema importanza tra cui l’antimilitarismo, la dicotomia tra bene e male, l’infanzia, l’ambientalismo, l’amore, l’amicizia e il volo, a cui è strettamente legato grazie al padre che era coproprietario di una fabbrica di parti per aerei.
Questi ultimi sono uno degli esempi più evidenti del fatto che lo studio dell’elemento non è stato, ovviamente, limitato al solo campo artistico ma, a partire da un sogno o da una profezia, si è anche evoluto nel settore ingegneristico, e in questo caso, nell’aeronautica fino alla creazione dei moderni aerei da trasporto o, purtroppo, da guerra.

Uno dei simboli di questa ricerca scientifica, ma in ambito urbanistico, è sicuramente la Tour Eiffel (una delle finaliste del concorso per eleggere le sette meraviglie del mondo moderno), la cui struttura si basa sui calcoli dell’ingegnere Gustave Eiffel, che ha dovuto tener conto dell’enorme forza del vento, soprattutto a certe altezze.  

L’analisi dell’elemento non si limita ai campi già citati, ma le sue connessioni con altre discipline o concetti sono potenzialmente illimitate: per creare una visione complessiva, si può partire da uno studio di tipo linguistico e proseguire con la narrazione della “storia” del termine oppure iniziare un’analisi fotografica alla ricerca di analogie (come fece Aby Warburg); inoltre, ci si può aiutare creando un abbecedario o un percorso conoscitivo, come una mappa concettuale.

L’aria, inoltre, è spesso stata involontariamente l’aiutante di eventi negativi come il trasporto delle radiazioni durante il disastro di Černobyl' o, più recentemente, la trasmissione del coronavirus.
L’azione dannosa che l’uomo compie su di essa, invece, è volontaria e consapevole: ogni giorno l’interesse verso i limiti del nostro sviluppo viene a mancare e questo, oltre a provocare effetti immediati sul pianeta, dà il via anche a quesiti etici dinanzi ai quali, spesso, si preferisce chiudere gli occhi.

La prospettiva aerea

“Evvi un’altra prospettiva, la quale chiamo aerea imperocché per la varietà dell’aria si possono conoscere le diverse distanze di varî edifici”
(Leonardo da Vinci, Il trattato sulla pittura, 258)

Leonardo da Vinci, inventore, artista e scienziato italiano del Rinascimento, considerato uno dei più grandi geni dell'umanità, non si è limitato ad utilizzare la prospettiva lineare, caratterizzata dal rimpicciolimento degli elementi distanti, ma ha implementato a quest’ultima una prospettiva aerea, che tiene conto anche dello sfocarsi dei soggetti lontani, i quali assumono contorni più sfumati, una colorazione meno nitida e tendente all’azzurro.
Questa aggiunta è stata dettata dalle scoperte ottenute da Leonardo grazie all’osservazione empirica della realtà: egli notò che la messa a fuoco di un oggetto muta all’aumentare della distanza a causa dell’azione dell’umidità negli strati bassi dell’atmosfera. 

L’applicazione di questa teoria si può osservare nell’opera più celebre di Leonardo e, probabilmente, una delle più famose al mondo: 






Sitografia e/o approfondimenti:

(i link ad ulteriori riferimenti e/o approfondimenti sono presenti all'interno del testo)

mercoledì 10 giugno 2020

Mappa concettuale - STEP#23

La mappa concettuale è una metodologia di apprendimento che è stata teorizzata da Joseph Novak negli anni settanta e che permette di collegare, attraverso una rappresentazione grafica, diversi concetti accumunati da un legame con un argomento portante. 
Il percorso che ho creato per il termine a cui è dedicato il blog è il seguente:



Versione animata:



I concetti inseriti nella mappa si possono trovare all'interno dei precedenti post del blog:

Il volo del cambiamento (serie TV) - STEP#22


Episodio 1: Un risveglio insolito

Luca sta tornando a casa mentre si gusta la sua merendina la cui confezione, una volta finito di mangiare, viene gettata a terra dal ragazzo.
Successivamente, egli arriva a destinazione: è notte fonda, si cambia, si lava i denti lasciando scorrere l’acqua del rubinetto fino a quando, concluso ciò che stava facendo, si dirige verso il letto e si sdraia. A questo punto, attacca il caricabatterie del cellulare alla presa e, nonostante l’ora, decide di scambiare ancora qualche messaggio con la fidanzata ma, stremato dalla giornata, si addormenta con la luce accesa e senza aver collegato il dispositivo al caricatore.

La metamorfosi
La mattina seguente Luca si sveglia e, ad una prima occhiata, il soffitto gli pare diverso: è il cielo. Il giovane, stupito, pensa ad uno scherzo del fratello che più volte l’aveva fatto svegliare in giardino. Tuttavia, questa volta, qualcosa è strano: si sente piccolo e non riesce ad usare le mani come appoggio per alzarsi dal terreno. Il problema è che le mani non ci sono proprio più e sono state sostituite da piume. Piume? Sì, Luca non si è svegliato da essere umano: egli ha avuto una metamorfosi che l’ha tramutato in un gabbiano.



Episodio 2: Vita da uccello

Luca inizia a riflettere sulla veridicità dello strano risveglio: nella vita reale queste cose non accadono e, perciò, deve per forza essere un sogno che il ragazzo può utilizzare per divertirsi. 
La vita da uccello, però, non è tutta rose e fiori ed un primo assaggio di questa certezza gli viene offerto dal suo gatto, che cerca di afferrarlo ma, fortunatamente, Luca riesce ad alzarsi in aria di diversi centimetri sfuggendo all’agguato. Egli ha problemi con il volo, non riesce a controllarlo, è agitato e la mente è ricca di pensieri e timori; essa è troppo pesante per permettere di spiccare il volo e il gabbiano deve cercare di liberarsi dalle sue ansie, se vuole salvarsi. A questo punto, una zampa del nemico riesce a colpire il volatile-umano che, inaspettatamente, prova dolore, in un sogno. L’istinto di sopravvivenza o forse il sorgere di una paura ancora più grande rispetto alle precedenti, causata dalla consapevolezza di aver provato un male fisico estremamente reale, permette a Luca di librarsi in cielo.

Lo sforzo fisico e mentale sembra aver richiesto più energie del previsto e il gabbiano deve cercare al più presto una fonte di energia se vuole continuare a librarsi in cielo. Allora Luca decide che la sua destinazione sarà il mare dove potrà trovare pesci in abbondanza.
Durante il tragitto, egli decide di scendere in città per vedere la sua ragazza o i suoi amici, da un punto di vista diverso, ed inizia dal campetto in cui si ritrova solitamente con questi ultimi: essi sono proprio nel luogo che aveva previsto, impegnati nella solita partita della domenica. L’uccello decide, perciò, di osservare più da vicino i risultati che sta ottenendo la sua squadra ma, ben presto, un oggetto a gran velocità gli sfiora l’ala destra: uno dei ragazzi ha cercato di colpirlo con la palla per cacciarlo e, allo stesso tempo, ride con i suoi compagni per il gesto appena compiuto. 

L'azione sconvolgente
Luca, sbalordito, si interroga sulla follia degli amici, che hanno cercato di uccidere un loro compagno ma, egli non ha forme umane, è un uccello: quindi, la vita di un animale, per l’uomo, non possiede la stessa importanza di un qualsiasi altro essere vivente? 
Il ragazzo si chiede se anche lui l’avrebbe fatto e dopotutto, l’uomo, che non è in grado di portare rispetto ai suoi simili, sarà mai capace di non prendersi gioco della vita di tutti gli altri esseri viventi? 



Luca, non si era mai posto i precedenti quesiti e non aveva mai riflettuto sulle conseguenze delle sue azioni, fino a quando non si è ritrovato ad essere la vittima di questi comportamenti di superiorità e disinteresse verso ciò che sembra essere inferiore o di poca importanza per se stessi.
Egli si ritrova a dir poco confuso ed il fastidio che sente è amplificato a dismisura dai rumori assordanti e continui della città: si tratta forse dell’inquinamento acustico di cui aveva sentito parlare a scuola?


Episodio 3: Sogno o realtà?

Il volo del gabbiano, di nome Luca, prosegue attraverso i fumi nocivi provenienti dalla città che limitano la sua capacità respiratoria e motoria. 
Dall’alto riesce a rendersi conto, per la prima volta, dell’enorme quantità di auto che ogni minuto solca le strade contribuendo ad accrescere in maniera esponenziale l’inquinamento. Egli si chiede se sia così complicato per l’uomo utilizzare le proprie gambe, una bicicletta, mezzi sostenibili o al massimo quelli pubblici, quando non è necessario guidare il proprio veicolo, e concorrere, così, al miglioramento delle condizioni atmosferiche. 
Successivamente, la vita dell’animale-uomo è messa nuovamente in pericolo in prossimità dell’aeroporto dove è stato necessario schivare diversi veicoli che, con i gas di scarico, hanno contribuito ad intossicare maggiormente il ragazzo.

Superata la metropoli, egli spera di poter attraversare con serenità il bosco che lo divide dalla costa ma, ancora una volta, la visione dall’alto gli permette di aprire finalmente gli occhi e di scorgere tutti i rifiuti che riempiono i prati e la spiaggia, a cui è arrivato mentre ripensava a quella carta di merendina che, la sera prima, aveva lanciato in terra, senza porsi alcun quesito morale.  

La visione orribile


La visione del mare è nuovamente un tuffo al cuore per il protagonista: liquidi di diverso genere e spazzatura solcano le acque. Tuttavia, la fame supera il disgusto e il gabbiano si getta nelle acque alla ricerca di un pesce ma, ad attenderlo vi è solo un anello di plastica di una confezione di bottiglie a cui rimane incastrato con il collo.





Luca sta soffocando, pensa ai famigliari e, soprattutto, a ciò che ha sbagliato: sta forse subendo una punizione divina per essersi sempre disinteressato dei problemi ambientali? Ora, però, egli ha capito la lezione, anche se è stato necessario un modo drastico per comprendere la morale della vicenda; ora sa che deve far capire al prossimo l’importanza che ognuno deve avere nella lotta continua contro la degradazione dell’ambiente, causata dall’azione egoista dell’uomo…
Forse però è troppo tardi, la lezione potrebbe diventare una punizione definitiva…
A questo punto, Luca si sveglia: è affannato e prova ancora il senso di soffocamento causato da quella morsa che pian piano stringerà ogni individuo se non avrà l’aiuto di tutti per liberarsi e per tornare a respirare aria pulita.
Il ragazzo poi si calma, il peggio è passato e ancora una volta il pensiero va verso la lezione che ha appena assimilato: egli spera che, un giorno, ognuno potrà, come lui, oltrepassare l’indifferenza e la paura e tranquillizzarsi sapendo di aver fatto tutto il possibile.




Sitografia foto:

Sperare nell'estinzione del genere umano è moralmente corretto?- STEP#21

L’etica indaga i comportamenti umani e cerca di distinguere quelli ritenuti giusti e leciti, da quelli sconvenienti o cattivi, stabilendo, allo stesso tempo, una condotta ideale da seguire.

Come ho già detto in precedenza, l’uomo, fin dall’antichità, osservando il cielo ed i volatili che lo popolano, ha sentito l’esigenza di spiccare il volo, anche fisicamente e non solo tramite la mente e l’immaginazione.
Tuttavia, come spesso accade, il desiderio di raggiungere un sogno offusca la parte del pensiero che contiene le possibili conseguenze negative di un utilizzo scorretto delle proprie fantasie.
Il crollo dell’immaginario di bellezza e spensieratezza conferito alla possibilità di volare coincide con l'inizio dell'utilizzo dell'aereo in guerra: da allora, l'invenzione sarebbe stata definitivamente associata, purtroppo, anche all'omicidio.

Lo scoppio del primo conflitto su scala mondiale avvenne circa un decennio dopo il primo volo con un aeroplano, compiuto dai fratelli Wright.
Inizialmente molte personalità influenti cercarono di opporsi all’utilizzo di questi mezzi per scopi bellici, tra cui il generale francese Ferdinand Foch:

"l'aviazione è un ottimo sport, ma è completamente inutile per i fini dell'esercito"

Tuttavia, la nuova invenzione divenne ben presto un’arma fondamentale per decidere le sorti della guerra poiché permetteva di individuare la posizione delle truppe nemiche e di bombardarle, nonostante il ruolo del pilota fosse ancora incredibilmente pericoloso a causa  degli aerei che non erano stati testati approfonditamente.



Un'altra vicenda, appartenente a diversi decenni dopo, che mostra la brutalità degli aerei a servizio della guerra è il bombardamento di Guernica, avvenuto nell'omonima città basca il 26 aprile 1937, durante la guerra civile spagnola, e messo in atto dall'armata aerea italo-tedesca.
La paura, lo stupore e la sofferenza provata dai civili, durante quei maledetti momenti di disperazione, sono il soggetto della grandiosa opera cubista di Pablo Picasso, uno dei pittori più acclamati del XX secolo, diventata poi il simbolo della denuncia contro la distruzione causata dalla guerra:




Successivamente, anche durante la seconda guerra mondiale, l’aviazione continuò a mantenere un ruolo di elevata importanza; tutti i paesi coinvolti ne fecero uso, impiegando gli aerei in un’infinità di ruoli: caccia, bombardieri, ricognitori, mezzi da collegamento, trasporti, pattugliatori marittimi, aerosiluranti.

 
                Scena tratta da Porco Rosso (1992), film d'animazione scritto e diretto da Hayao Miyazaki

L’epilogo della guerra è tristemente legato ad una delle tipologie appena descritte: due bombardieri B-29, appartenenti all’aeronautica militare statunitense, l'Enola Gay e il BOCKSCAR, il mattino del 6 agosto 1945 alle ore 8:15 sganciarono la bomba atomica "Little Boy" sulla città giapponese di Hiroshima e, tre giorni dopo, l'ordigno "Fat Man" su Nagasaki.
Le azioni appena descritte provocarono dalle 100.000 alle 200.000 vittime e per questo motivo fu il primo ed ultimo utilizzo in guerra di tale arma.

In quei giorni risuonarono violentemente le parole profetiche di Italo Svevo contenute nel finale del suo capolavoro "La coscienza di Zeno":

Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.

Anche tenendo conto di tutto l’egoismo e la brutalità che permeano l’animo umano, è davvero lecito pensare che l’uomo possa salvarsi solamente attraverso la distruzione di sé stesso, tralasciando tutti gli aspetti positivi che l’esistenza umana possiede?
(i link ad ulteriori riferimenti e/o approfondimenti sono presenti all'interno del testo)

domenica 7 giugno 2020

Lo "Zibaldone", Giacomo Leopardi - STEP#20







Giacomo Leopardi, poeta, filosofo, scrittore e filologo italiano dell'Ottocento, può essere considerato, senza alcun dubbio, una delle personalità più importanti ed influenti della letteratura mondiale. Cercare di riassumere, in questo post, l’incredibile formazione, le riflessioni sulla condizione umana, la magnifica qualità e profondità poetica ed espressiva e l’enorme eredità lasciata all’umanità,  è quasi impossibile.







Tuttavia, desidero sottolineare alcuni dei tanti aspetti del pensiero del poeta che oggi, come in passato, devono essere trasmessi affinché la comunità umana possa, finalmente, progredire. Nell’era della disinformazione e delle fake news trovo utile rivedere come Leopardi avesse promosso una “filosofia del vero”: egli ha evidenziato la necessità di adottare un pensiero critico e, perciò, di trasmettere la verità, anche nelle sue bassezze, senza adattarsi al pensiero comune e al mondo. Gli uomini, che spesso si ritrovano ad essere “cattivi in senso latino”, ovvero prigionieri dei piaceri terreni, non devono limitarsi a ridurre tutto al finito, al determinato e cadere nel Nichilismo (ovvero considerare tutto ciò che non è misurabile e determinabile, come il niente) ma, devono contrastare il gioco che la natura attua con il loro destino, federandosi ed essendo amici come se ognuno fosse un Dio per l’altro.


Frontespizio dello Zibaldone

L’opera talmente ricca di temi e spunti da esser stata spesso l’ispirazione per creazioni successive, appartenenti, per esempio, a I Pensieri, alle Operette morali o ai Canti, è lo Zibaldone, una raccolta di idee e annotazioni che costituiscono una pietra miliare dello sviluppo del pensiero leopardiano.
Nelle 4526 pagine di cui è costituita l’opera, il termine “aria” o un concetto legato ad esso appaiono innumerevoli volte, tra cui:






Le emozioni e i pensieri suscitati da una festa vengono ripresi da Leopardi, per esempio, ne “Il sabato del villaggio” e “La sera del dì di festa”: secondo il poeta, il piacere coincide con l’attesa dei festeggiamenti mentre, una volta conclusi questi ultimi, tornano a prevalere la tristezza e la noia legate alla temporaneità ed effimerità del piacere e alla consapevolezza del raggiungimento della maturità e, di conseguenza, del trascorrere inesorabile del tempo.

La poesia è una solitudine che va ascoltata ma che, allo stesso tempo, ascolta, accoglie ed invita l’uomo, fisiologicamente costretto a sperare, a non limitare il proprio pensiero al “vero doloroso” ma ad andare oltre ed immaginare l’infinito.



                       



 (Il soggetto delle foto che ho personalmente scattato è una copia dei Canti acquistata a Casa Leopardi, presso Recanati)


Sitografia:
Cacciari racconta Leopardi.

(i link ad ulteriori riferimenti e/o approfondimenti sono presenti all'interno del testo)

sabato 6 giugno 2020

Laputa, la città fluttuante - STEP#19




La parola utopia è stata coniata da Thomas More, umanista, scrittore e politico inglese, vissuto tra il XV e XVI secolo, e dà il titolo alla sua opera più conosciuta.
Il termine deriva dal greco οὐ ("non") e τόπος ("luogo") e significa "non-luogo". Ad esso, lo scrittore ha legato un gioco di parole con l'omofono inglese “eutopia”, derivato dal greco εὖ ("buono" o "bene") e τόπος ("luogo"), ovvero "buon luogo". Da ciò ha origine una duplicità del significato: l'utopia sarebbe un luogo buono ma inesistente o irraggiungibile.

Nell’Utopia, infatti, More, ispirandosi alla Repubblica di Platone, delinea un’isola caratterizzata da una società ideale ma, allo stesso tempo, impossibile da realizzare.




Gulliver scopre Laputa

Nel suo significato più generico la parola sta ad indicare anche un progetto inattuabile, come, ad esempio, Laputa: una città immaginaria sospesa in cielo e abitata da scienziati pazzi di grande cultura ma di scarsissimo senso pratico, incatenati alle loro fissazioni, nonostante l’enorme progresso tecnologico e militare.  Questo luogo immaginario viene descritto a scopo satirico da Jonathan Swift nel suo romanzo "I viaggi di Gulliver".
La “città volante”, concepita dallo scrittore irlandese, successivamente, ha dato il nome ad un'immaginaria base missilistica del film "Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba" (1963) di Stanley Kubrick e ad essa si è anche ispirato Hayao Miyazaki per la creazione del suo film d’animazione “Laputa- Castello nel cielo” (1986).





La pellicola si basa sulle vicende di Sheeta, una ragazzina che possiede un ciondolo in grado di vincere la forza di gravità e localizzare la leggendaria isola fluttuante, in cui dovrebbero essere custoditi incredibili tesori. La giovane, aiutata da un ragazzo di nome Panu, dovrà affrontare i pirati alla ricerca dell’amuleto magico e cercare di scoprire i segreti di Laputa.
La storia racchiude le tematiche che Miyazaki vuole trasmettere in ogni sua opera (come già detto precedentemente in "Si alza il vento"): l'ecologismo, l'antimilitarismo, l'avversione per l’inesauribile sete di potere umana e la fiducia incondizionata in sentimenti come l'amore e l'amicizia.

Nella progettazione di una città ideale, filosofia ed architettura si incontrano e si spalleggiano, e molti pensatori ed urbanisti, nel corso dei secoli, hanno ideato diverse “costruzioni utopistiche”; ne sono un esempio quelle descritte ne "La città del Sole" di Tommaso Campanella o ne "La nuova Atlantide" di Francesco Bacone.

Tuttavia, la concretizzazione di una città “perfetta” rimane, e quasi sicuramente rimarrà, un’utopia: anche la civiltà di Laputa ha continuato a cercare ossessivamente di raggiungere un progresso scientifico superiore ma, alla fine, ha compreso la reale pericolosità di questo sogno.


(la sitografia dei riferimenti e/o gli approfondimenti sono presenti all'interno del testo)

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