martedì 2 giugno 2020

Una svolta necessaria - STEP#15


The Limits to Growth
Nel 1972 un gruppo di ricercatori del MIT (Donella e Dennis Meadows, Jorgen Randers e William W. Behrens III) ha pubblicato I limiti dello sviluppo (The Limits to Growth), uno studio commissionato dal Club di Roma, in cui gli autori hanno descritto le possibili conseguenze di una crescita incontrollata della popolazione che, continuando ad utilizzare risorse e a produrre rifiuti, può solamente portare a un declino industriale e sanitario.  In poche parole, secondo i ricercatori del MIT, se l’umanità non fosse corsa ai ripari il prima possibile, attuando progetti finalizzati a risanare il pianeta, sarebbe stata destinata a raggiungere appunto i limiti dello sviluppo: in quel momento ogni tentativo di ricreare un equilibrio sarebbe stato ormai vano.  







Dopo quasi cinquanta anni si può notare come la situazione, purtroppo, sia alquanto peggiorata ed infatti, Dennis Meadows, in una conferenza del 2012, ha ribadito che oggi non è più possibile raggiungere una stabilità ambientale e demografica. Tuttavia, ciò ovviamente non significa che non possiamo più fare nulla per garantirci un futuro migliore.
Negli ultimi anni parte della popolazione sta iniziando a comprendere i gravi problemi che l’uomo ha creato, prosciugando e sfruttando al massimo ed ingiustamente il pianeta.

Per esempio, per cercare di diminuire l’inquinamento atmosferico, un numero sempre maggiore di case automobilistiche si è concentrato sulla progettazione e produzione di auto elettriche, ricevendo un buon riscontro da parte della popolazione. In Italia, per esempio, la quantità di modelli elettrici venduti sta lentamente aumentando e secondo la previsione elaborata dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, nel 2030 potrebbero circolare nel nostro paese due milioni e mezzo di auto elettriche o addirittura, secondo le ipotesi più positive, 5-7 milioni di vetture. Il governo dovrà però aiutare questo progresso con maggiori bonus o incentivi e, soprattutto, con lo sviluppo di reti di ricarica adeguate.

L’azienda più conosciuta in questo ambito è sicuramente Tesla (definita la più innovativa al mondo da Forbes nel 2015), specializzata nella produzione di veicoli elettrici ad alte prestazioni orientati al mercato di massa.

Copertina di Forbes  dedicata a Tesla e al suo
co-fondatore, CEO e product architect, Elon Musk

Oltre ad aver invaso la vita quotidiana, le automobili dedicate ad una mobilità sostenibile sono entrate a far parte anche del mondo dello sport: nel 2011 la Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA) ha ideato la Formula E, una serie automobilistica dedicata esclusivamente a monoposto spinte da motori elettrici, che ha avuto inizio il 13 settembre 2014, con l'E-Prix di Pechino.


Le gare vengono disputate quasi esclusivamente su circuiti urbani, di lunghezza compresa tra i 2 e i 3 km, con l'obiettivo di portare questi eventi tra le strade delle più grandi città del mondo.
Grazie ai grandi progressi ottenuti nella progettazione di motori elettrici e nell’aumento di autonomia delle batterie, i piloti riescono a disputare l’intero l'E-Prix con una sola vettura.

Ritornando alla vita quotidiana, una soluzione economica e salutare è l’utilizzo di biciclette che deve essere supportato dalla creazione di piste ciclabili o, addirittura, di zone in cui l’ingresso è vietato ai veicoli. Per esempio, a Londra, uno dei pochi benefici del lockdown, reso necessario dal coronavirus, è stato la riduzione del 50% dell'inquinamento da gas di scarico; per questo motivo, il sindaco Sadiq Khan ha deciso di non vanificare il risultato ottenuto creando un piano per trasformare parti della metropoli in aree a cui avranno accesso solamente pedoni, ciclisti, bus, taxi a emissioni zero e, ovviamente, mezzi di emergenza e per le persone disabili.

Esso può essere considerato un passo in avanti che, però, se non verrà ripetuto e preso come esempio da tutti gli altri stati rischia di diventare uno dei miglioramenti isolati che abbiamo già osservato in questi ultimi anni.
Gli organi di governo degli stati dovranno diventare i primi promotori della nascita di un nuovo sistema mondiale adatto alle esigenze della Terra e non dovranno più “relegare” questo compito a personaggi di spicco come, per esempio, Leonardo DiCaprio o Greta Thunberg, le cui azioni o il lavoro di propaganda restano, comunque, fondamentali.




L’obbiettivo comune della popolazione, perciò, deve essere la costruzione di un mondo ecosostenibile partendo dalla modifica e dal miglioramento del comportamento di ogni individuo che deve contribuire anche con azioni “piccole”, ma veramente importanti, come fare la raccolta differenziata, non buttare rifiuti a terra, non sprecare energia o risorse inutilmente. Questa raccomandazione può sembrare banale per il fatto che ognuno l’avrà sicuramente già sentita moltissime volte; tuttavia, non ci si può arrendere nel tentativo di educare il prossimo al rispetto del pianeta che ospiterà anche le generazioni future, a costo di essere ripetitivi, prolissi, logoranti. Infatti, come era stato dichiarato nei Limiti dello sviluppo, ogni anno perso nel perseguimento di questi obiettivi rende sempre più complicata la possibilità di ottenere un miglioramento e sempre più probabile il raggiungimento di un punto di non ritorno che, purtroppo, scorgiamo già all’orizzonte e di cui stiamo già cominciando a subire le ripercussioni, come le catastrofi naturali o la recente epidemia.


"Death is not the enemy gentlemen. If we're going to fight a disease, let's fight one of the most terrible diseases of all, indifference." 


(i link a riferimenti e/o approfondimenti sono presenti all'interno del testo)

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