Se pensiamo
all’aria, nella nostra mente, appaiono un’infinità di significati e
legami, a partire da quelli più comuni: il rumore del vento che scuote le
foglie degli alberi o il cielo e gli aerei che lo solcano.
Fin
dall’antichità l’aria, essendo uno degli elementi naturali, è stata la
protagonista di molti pensieri filosofici, a partire da quelli più primitivi,
seguiti da quelli incentrati sull’individuazione di un’archè o quelli di
Platone e del suo allievo Aristotele, legati alla geometria e al
cosmo, fino alle riflessioni più recenti collegate all’inquinamento o
alla psicanalisi.
L’importanza
dell’aria si può osservare anche nella mitologia e, in particolare,
nella sua personificazione più famosa: Eolo, re dei venti.
In ambito
letterario, inoltre, il termine è stato ampliamente utilizzato da scrittori
e poeti che, mediante esso, hanno creato immaginari inediti, trasmesso emozioni
e rappresentato stati d’animo e pensieri, conferendo all’aria tratti sia
positivi, come invocatrice della memoria e portatrice di progresso o felicità,
sia negativi, come simbolo del trascorrere inesorabile del tempo o contenitore di smog.
La protagonista
del blog ha avuto uno sviluppo anche in ambito artistico: a partire da Leonardo da Vinci che ha teorizzato la prospettiva aerea, fino, per esempio, agli
Impressionisti che davano importanza primaria alla natura e agli effetti della
luce su di essa, il cielo è stato uno degli elementi scenografici più importanti,
attraverso cui irradiare luce nel dipinto o dare profondità alla scena. Un’altra
corrente degna di nota è quella del Cubismo, a cui appartiene la celebre opera “Guernica”,
in cui Picasso, per rendere la scena ancora più drammatica, ha rappresentato
teste e braccia che si allungano verso il cielo, in un gesto di disperazione o
imprecazione verso il nemico proveniente dall’alto.
In ambito
artistico, non si può non citare la presenza del termine anche nel settore pubblicitario, fondamentale nella società contemporanea, o nella cinematografia
e, in particolare, nelle opere dello Studio Ghibli, a cui sono particolarmente
legato: “Si alza il vento”, “Laputa - Castello nel cielo” e “Porco Rosso” sono solo alcuni dei capolavori in cui il maestro Hayao Miyazaki
fonde il suo amore per la natura con tematiche di estrema importanza tra cui
l’antimilitarismo, la dicotomia tra bene e male, l’infanzia, l’ambientalismo,
l’amore, l’amicizia e il volo, a cui è strettamente legato grazie al padre che
era coproprietario di una fabbrica di parti per aerei.
Questi ultimi
sono uno degli esempi più evidenti del fatto che lo studio dell’elemento non è
stato, ovviamente, limitato al solo campo artistico ma, a partire da un sogno
o da una profezia, si è anche evoluto nel settore ingegneristico, e in
questo caso, nell’aeronautica fino alla creazione dei moderni aerei da
trasporto o, purtroppo, da guerra.
Uno dei simboli
di questa ricerca scientifica, ma in ambito urbanistico, è sicuramente la Tour Eiffel (una delle finaliste del concorso per eleggere le sette meraviglie
del mondo moderno), la cui struttura si basa sui calcoli dell’ingegnere Gustave Eiffel, che ha dovuto tener conto dell’enorme forza del vento, soprattutto
a certe altezze.
L’analisi
dell’elemento non si limita ai campi già citati, ma le sue connessioni con
altre discipline o concetti sono potenzialmente illimitate: per creare una
visione complessiva, si può partire da uno studio di tipo linguistico e
proseguire con la narrazione della “storia” del termine oppure iniziare un’analisi fotografica alla ricerca di analogie (come fece Aby Warburg); inoltre,
ci si può aiutare creando un abbecedario o un percorso conoscitivo, come
una mappa concettuale.
L’aria,
inoltre, è spesso stata involontariamente l’aiutante di eventi negativi come il
trasporto delle radiazioni durante il disastro di Černobyl' o, più
recentemente, la trasmissione del coronavirus.
L’azione dannosa che
l’uomo compie su di essa, invece, è volontaria e consapevole: ogni giorno l’interesse
verso i limiti del nostro sviluppo viene a mancare e questo, oltre a
provocare effetti immediati sul pianeta, dà il via anche a quesiti etici dinanzi
ai quali, spesso, si preferisce chiudere gli occhi.
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